martedì 23 luglio 2024

CANADA

Sulla via della Polinesia viaggiando verso Ovest

Agosto 2019

Quando avevo lasciato Tahiti la volta precedente, avevo una vocina nella testa che mi ripeteva che nessuno aveva stabilito che la Polinesia dovesse essere un viaggio da fare una sola volta nella vita, e quindi eccomi qui nuovamente in viaggio per raggiungere il paradiso, viaggiando questa volta verso Ovest e facendo tappa, durante l'andata, in Canada e negli Stati Uniti al rientro.


MONTREAL

Appena si arriva in aeroporto si vedono tutte le scritte prima in francese e poi in inglese, così, tanto per mettere subito in chiaro qual è la prima lingua. Certo non è il francese che siamo abituati a sentire, l’accento è poco familiare e, se posso dire, bruttarello... in compenso l’inglese sembra francese!
La città ci accoglie sorridente. Girare nel quartiere Vieux Montreal, é come girare per le strade di Parigi in proporzioni mignon, le piazze sono piene di gente (non solo turisti) che si gode il sole, i ristoranti sono accoglienti e l’offerta culinaria estremamente varia, anche se la poutine, il piatto tipico (patate fritte, formaggio filante e sugo di carne), non ce la siamo sentiti di provarla...
Ci sono una quantità di chiese bellissime. La cattedrale, Notre Dame, sembra voler un po' copiare quella parigina e non solo nel nome, al suo interno abbiamo assistito ad uno spettacolo di Son et lumière Aura veramente bello.

Notre Dame

Interni


Durante lo Spettacolo Aura

Alcune chiese sono un po’ soffocate tra i grattacieli nuovi, perché Montreal non è solo Vieux, ma anche modernissima e con un sacco di lavori in corso (cosa che un po’ mi ha indispettito perché mi ha “rovinato” un bel po' di foto..)






Hotel de Ville


Marché Bon Secours

E poi c’è la RESO (dal francese réseau, che significa network, rete), la Montreal sotterranea: una città parallela, 33km di strade, con negozi e ristoranti in cui vivere e muoversi se sopra fa troppo freddo o troppo caldo... Ho provato a girare lì sotto, in un pomeriggio infuocato, ma non sono stata in grado. Per i nuovi frequentatori mancano i riferimenti e l’orientamento non è così semplice.. Se chiedi indicazioni ti dicono: ”gira a destra, quando vedi Starbucks giri a sinistra, sali le scale e dove c’è il ristorante vai a destra ed esci” ... mica facile se non conosci.. e il fido google map non prende, ecco perché non siamo riusciti a sfruttare la RESO neanche in caso di pioggia battente...siamo rientrati all'hotel completamente bagnati.



Dedichiamo una mattina alla visita di Le Village, il quartiere gay, vivace e colorato, con innumerevoli esposizioni d’arte lungo le strade e migliaia di palline colorate sospese lungo rue Sainte-Catherine, principale arteria del Village





Ovviamente non possiamo mancare la vista di Montreal dall'alto all’Observatoire Ville Marie



Università Mc Gill

Andando all'aeroporto per prendere il volo per Vancouver, passiamo dalla parte delle colline e passiamo dall'Università Mc Gill, che ci dicono essere la migliore del Canada: chi si laurea qui ha un lavoro praticamente assicurato. Anche qui costa tantissimo studiare, tanto che si chiedono prestiti che poi si saldano in 10 anni, come negli USA.

Una curiosità: Su tutti gli stemmi e le targhe automobilistiche della provincia canadese del Québec è ben visibile una frase: Je me souviens“Io mi ricordo” è infatti il motto ufficiale del Québec, che spiega molto bene questa parte di mondo, dove la cultura francofona convive, a volte problematicamente (basta pensare ai tentativi fatti in passato per rendersi indipendente),  con quella anglofona del resto del Canada e dei vicini Stati Uniti.




VANCOUVER

Dopo circa 5 ore e mezza di volo, arriviamo a Vancouver. L’arrivo in volo è veramente scenografico, praticamente si sorvola la città. 

Veduta aerea di Vancouver

Già prima di atterrare avevo capito che mi sarebbe piaciuta moltissimo: è sul mare (che ormai è palese, è il mio ambiente preferito) con la costa frastagliatissima e le isole  coperte di vegetazione e tantissimi grattacieli nella zona centrale.
Scesa dall’aereo mi collego al wi-fi, ma che strano, penso, cosa c’entra una  scritta in cinese... E invece poi scopro che non è per nulla strano perché una buona parte della popolazione attuale è costituita dai cinesi che nel 1997, quando Hong Kong è tornata alla Cina, sono scappati e si sono stanziati qui, comperando le vecchie casette e costruendo grattacieli. Adesso Vancouver è la terza città verticale del N-America, certo non li avranno costruiti tutti loro, ma sicuramente l’immigrazione ha creato necessità di nuove case.
Però in mezzo a tutta questa verticalità, ci sono vie ancora  incredibilmente a misura umana, con ville o piccoli condomini con giardini splendidi.



Casa in Robson Street



Il clima è decisamente migliore di quello di Montreal, sole caldo e aria fresca, una meraviglia, giusto da golfino di cotone quando se ne va il sole. E io che mi sono portata golf di lana e giacchetta....😂

E poi c’è False Creek che separa downtown da Granville Island dove c’è un mercato frequentato anche dai locali, in cui la frutta è disposta a meraviglia,  si può mangiare di tutto ma soprattutto una spettacolare clam chowder (zuppa di vongole).

Clam Chowder



Questo braccio di mare è bellissimo, vivace, attraversato da qualche bella barca, ma soprattutto da bus-boat colorati, percorso da canoe, da strani natanti a bicicletta e con una quantità di yacht ormeggiati ai piedi dei grattacieli. 

Granville Island





Canada Place è uno degli edifici più caratteristici di Vancouver; le sue "vele" bianche vengono spesso paragonate all'Opera House di Sydney (però secondo me, non reggono il paragone). È utilizzato come spazio per esposizioni e convention (la prima fu l'Expo 86) e serve da terminale per le navi da crociera.

 Nave da crociera a Canada Place


Vele del Canada Place di giorno

Vele del Canada Place di notte

Proseguendo da Canada Place verso il Lion Gate Bridge (il ponte verde), raggiungiamo lo Stanley Park un vero polmone verde vicino al centro città, è un parco enorme con zone lasciate “selvagge” e zone con prati e fiori e una quantità di piste ciclabili abbastanza affollate. Ci sono anche delle spiagge, ma non direi che siano il fiore all’occhiello di Vancouver, e poi il mare non e che attiri proprio....

Lion Bridge il ponte verde

Stanley Park


Gastown è il centro storico della città di Vancouver  è la parte più antica di Vancouver e deve il suo nome a Jack "Gassy" Deighton, marinaio e capitano di battello a vapore, che si stabilì qui nel 1867 aprendo il primo saloon.

Gassy Jack

Oggi è una zona vivace e ricca di locali ed è famosa per le gallerie d'arte Inuit 



e per il famoso Steam Clock un orologio a vapore. Fu progettato per coprire una grata di sfiatamento del sistema di riscaldamento della città e ora è un'attrazione turistica. All'ora esatta emette vapore e musichetta, mentre ogni 15 minuti solo un fischio.



Ovviamente a Vancouver esiste una Chinatown al cui interno c'è un giardino cinese classico, del Dr Sun Yat-Sen che è stato creato da maestri artigiani cinesi utilizzando metodi del XIV secolo: niente viti, niente colla e niente utensili elettrici. E' veramente un luogo fuori dal tempo, si può camminare su tortuose passerelle coperte e ammirare bonsai di 150 anni






Unica nota negativa su questa città: tanti homeless, tra cui anche parecchie donne... non so, mi son sembrati peggio in arnese dei nostri, occhi persi, come ubriachi o forse fatti.. ecco, questo non me lo sarei aspettata...

La nostra marcia di avvicinamento alla meta finale, continua e lasciamo Vancouver alla volta di San Francisco.

 

SAN FRANCISCO

La prima volta a San Francisco era stata 40 anni fa. Ero già sposata, ancora senza figli, eravamo venuti con gli amici di sempre (per fare il classico giro dei parchi tra California, Nevada, Arizona e Utah) e già allora quando eravamo partiti, avevo lasciato qui un pezzetto di cuore. Ora, a tornarci, ero emozionata: sapevo cosa avevo lasciato e non cosa avrei trovato perché i ricordi, a volte, rendono più magici i posti che ci erano piaciuti rispetto a quello che realmente sono. 

La città è vivace, più di come la ricordavo, piena di gente che si muove a piedi o sfreccia su monopattini elettrici o in bicicletta nonostante le strade non siano propriamente in piano.... Strano, penso, non ho visto moto, che invece da noi sono diffusissime. 
La luce è brillante, così i colori sono ‘più colorati’... come mi piace questa cosa! 



Bay Bridge


Il Cable Car ha sempre il suo fascino, e non ci facciamo mancare un passaggio verso il Fisherman's Warf al tramonto




E il Golden Gate è sempre affascinante, così rosso, che spicca sul blu del mare e del cielo.  Quando poi, al pomeriggio, scompare tra la nebbia, è ancora più magnetico perché allora il gioco diventa non perdersi un attimo dell’evolversi della situazione tra un pilone che scompare e l’altro che riappare...

Golden Gate



Bello perdersi tra le vie attorno ad Haight Street, tra negozi hippy da una parte e case vittoriane dai colori pastello dall’altra, le Painted Ladies o le Four Season Houses. In realtà i colori sono un po' sbiaditi, forse sarebbe ora di ridipingerle! 

Negozi in Haight Street


Four Season Houses

Painted Ladies

Bello camminare nel silenzio per salire verso la Coit Tower, da cui il panorama è veramente incredibile.


Transamerica Pyramid



Per non parlare della Lombard Street, questa strada piccola, con una serie di curve strette in mezzo alle ortensie.. Ai tempi eravamo scesi in macchina, ora pare si dovrà  pagare per percorrerla, noi l’abbiamo risalita a piedi, tra i fiori, che sono proprio tanti e ben curati e chiacchierando con una anziana signora sulla porta di casa che ci diceva che era bello vivere, soprattutto con una giornata così luminosa, eravamo proprio fortunati!






Una sola cosa mi ha deluso: il Fisherman’s Wharf, che ricordavo luogo divertente dove mangiare gamberi e polpa di granchio, mi è sembrato invece una sorta di baraccone per turisti che di autentico non ha più nulla, solo le otarie (loro si, divertenti e simpatiche) che ‘pigreggiano’ sempre sulle piattaforme del Pier 39 (altro luogo iperturistico da cui scappare). 

Fisherman Warf - Pier 39





Peace & Love

E comunque alla domanda che mi pongo ad ogni città che visito “ma tu ci vivresti qui?” La risposta, dopo 40 anni, è sempre la stessa: Si!!

















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