MADRID
Maggio 2024
Una fuga a Madrid per pochi giorni, giusto per rinfrescarmi la memoria.
Mi era piaciuta la prima volta, anche se c’ero stata in agosto e mi è ripiaciuta adesso, anzi ora ho girato molto di più per le strade perché faceva meno caldo. Ho potuto apprezzare maggiormente la vita "fuori", mentre in agosto mi ero rifugiata all'interno dei musei...
I madrileni e un po' tutti gli spagnoli, a dire il vero, trovo che abbiano una voglia di godersi la vita che traspare da tutti i loro comportamenti: i bar sono tanti, la gente vive fuori casa, si incontra, chiacchiera, sembra che ci sia sempre qualche occasione per far festa, il caffè non si beve alla barra (al banco), o meglio, se lo vuoi bere al banco, devi chiacchierare un po' con il barista, il caffè veloce come da noi, non è contemplato. E a me questa vita di condivisione e di allegria piace moltissimo!
A parte le zone terribilmente turistiche tipo la Plaza Mayor o il mercato di San Miguel (dov’è impossibile mangiare se non in piedi, sgomitando per raggiungere il banco per acquistare le tue tapas), ci sono tutta una serie di vie piccole e tranquille, che intersecano i grandi viali a scorrimento veloce, con alberi bassi e frondosi a protezione del sole e piccole piazzette con panchine dove sedersi per far riposare la schiena: bellissime e molto godibili.
Il cielo di Madrid è mutevole e nonostante un vento freddo che ci ha accompagnato per tutto il soggiorno, il sole é sempre stato presente e così la luce, brillante come quella dei quadri di Sorolla. Non c’è questa luce a Milano, neanche nei momenti migliori, non c’è niente da fare…
Ho camminato molto, spostandomi tra i diversi barrios con i taxi, che qui costano veramente poco. Il traffico é scorrevole e ci si muove velocemente.
Le case di Madrid, almeno nel barrio di Salamanca, dove avevo l’albergo, sono splendide, la maggior parte è bianca, non molto alta, tipo 5/6 piani, con stucchi e fregi sulle facciate. Tutte hanno porte finestre e micro balconcini di ferro battuto che creano disegni sulle pareti, a volte sono protetti da verande di vetro che sono comunque in stile con la casa, quindi penso siano proprio nate così, e non siano state aggiunte dopo.
Altro esempio di architettura madrilena, sono invece le case con pietre e mattoni, anche queste con piccoli balconi in ferro battuto.
I negozi delle grandi firme non sono concentrati in poche vie, come a Milano, ma sono sparsi in tutto il barrio, intercalati da altri negozi, la cosa non mi dispiace, più vario e meno esclusivo ed è bello camminare scoprendo nuovi e interessanti stilisti (almeno per me) più abbordabili delle grandi firme.
Ecco, penso, dovessi vivere a Madrid, vorrei stare in questa zona.
| Casa con tromp l'oeil Plaza Del Santiago |
Se si consulta una guida di Madrid, i primi musei consigliati sono il Prado, il Reina Sofia e il Thyssen Bornemisza, ma questi li avevamo già visti la volta precedente, certo il Prado non tutto, solo alcune parti che ci interessavano e quindi questa volta ci siamo dedicati a qualcosa di meno pubblicizzato ma che per me è stato ugualmente appagante.
Una mattina è stata dedicata al Museo di Sorolla, allestito nella residenza e studio che si fece costruire nel 1911 per viverci con la moglie e i tre figli. Annesso alla casa anche un piccolo ma molto curato giardino con patio andaluso. Fu proprio la moglie a creare questo museo e a cedere allo Stato i quadri di suo marito impegnandosi a fare in modo che anche i figli facessero altrettanto.
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| Giardino |
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| Patio |
Mi sono innamorata di Sorolla, capisco perché è stato chiamato il "pittore della luce"! Nei suoi quadri anche i neri sono luminosi, le ombre sono colorate, i bianchi non sono semplici bianchi ma un insieme di colori che creano movimento e brillantezza, le pose delle persone ritratte mai rigide, come se fossero state catturate in un momento qualunque della loro vita e trasposte sulla tela, così come le inquadrature, difficilmente centrate, c'è spesso qualche pezzo che manca, che esce dalla tela, che si deve immaginare.
Nella casa museo oltre alle sue opere, ci sono quelle di altri pittori, sculture, ceramiche e fotografie antiche, insomma tutto quello che ha raccolto nella sua vita.
Un aspetto negativo di tutta questa grande quantità è dato dal fatto che molti quadri sono appesi alle pareti troppo in alto e quindi sono difficili da apprezzare (anche con gli occhiali), peccato.
Un pomeriggio saliamo sulla terrazza del Círculo de bellas Artes per guardare il panorama. Pare ci siano tante terrazze così a Madrid dove venire a passare del tempo chiacchierando e bevendo qualcosa e su questa c'è una gigantesca statua della dea Minerva.
E lì, al secondo piano, c'è una immensa sala dove si tengono i balli di carnevale, sconosciuta ai più, che salgono direttamente in terrazza.
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| Sala da ballo |
Sono i giorni di San Isidro (un contadino del XII sec) ma attualmente il 15 maggio si è trasformata in una festività patronale e ovviamente è l'occasione di festeggiare con canti e balli. Nella città si vedono chulapos e chulapas cioè ragazzi e ragazze col costume tipico madrileno: le donne, ma anche le bambine mettono fiori rossi nei capelli tenuti fermi da un fazzoletto bianco e abiti lunghi e stretti con una balza in fondo e i maschi hanno in testa la parpusa, il tipico copricapo madrileno simile alla coppola, con gilet e giacca dello stesso colore, quadrettato bianco e nero con bordi scuri e pantaloni neri. Ci sono dolci tipici da gustare durante questi giorni le rosquillas con azúcar (ciambelle con zucchero)
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| Rosquillas |
Toledo
Non partecipiamo alla festa di San Isidro, ma decidiamo di andare a Toledo. Peccato però che i treni ad alta velocità siano già tutti prenotati, quindi non ci resta che prendere un'auto. Per fortuna non c'è traffico, le strade per uscire da Madrid sono a scorrimento rapido e l'autostrada è libera. Arriviamo a Toledo in 1 ora e parcheggiamo in uno dei mille parking a disposizione.
E' chiamata la “città delle tre culture” perché qui hanno convissuto cristiani musulmani ed ebrei per secoli. Giriamo per la città medioevale e le sue strade strette in cui sono sospesi dei teli a protezione del sole (deve fare caldissimo in estate!) e arriviamo alla piazza centrale, Plaza de Zocodover. Il suo nome deriva dall'arabo e significa mercato delle bestie da soma. Qui si tenevano mercati, corride e persino autos de fe dell'Inquisizione (cerimonia pubblica in cui venivano eseguite le penitenze o le condanne decise dall'Inquisizione - che periodo oscuro!), ma la nostra meta sono l'Alcazar e la Cattedrale.
La Cattedrale è veramente grandiosa, edificata su una moschea che a sua volta, precedentemente, era stata una chiesa. Entro e vengo travolta dall'enormità, dello spazio, dalle 88 colonne che reggono il tetto, dalla quantità di cappelle da visitare, dal coro (che è considerato il più grandioso della cristianità), dalla bellezza della Cappella Maggiore e della grata che la delimita (ci vollero dieci anni per la sua realizzazione ed è sormontata dalle armi di Carlo V), dagli ori, dalle vetrate policrome. Insomma non so dove guardare. E scopro Il Trasparente, un insieme di sculture che aveva lo scopo di ornare un osculo costruito per dare luce al tabernacolo, veramente particolare, mai visto niente di simile.
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| Interno Cattedrale |
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| Coro |
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| Cancellata che chiude la Cappella Maggiore |
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| Cappella Maggiore |
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| Il Trasparente |
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| Chiostro e campanile |
Il campanile della cattedrale ha la campana più grande di Spagna ed una delle 3 più grandi al mondo. Il suo soprannome è Gorda (grossa) è alta più di 2 m. e pesa 17 tonnellate e non viene più suonata dal dicembre 1755 a causa di una crepa, probabilmente causata da un difetto di fusione. La leggenda è divertente (come tutte le leggende, del resto) e narra che, dopo averla fatta suonare, il suo suono fu così forte che il rumore provocò la rottura di tutte le finestre, ma soprattutto spaventò così tanto da far partorire contemporaneamente moltissime donne incinte che si trovavano anche a vari chilometri di distanza. San Pietro la sentì suonare fino in Paradiso e credette fosse quella della sua Basilica. Appena scoprì che si trattava di quella della Cattedrale di Toledo, scagliò una delle sue chiavi, che crepò la campana, che non potè più essere suonata.
Prima di lasciare Toledo cerchiamo un punto da cui avere una vista di insieme della città, e lo troviamo sulla terrazza del Parador.
I paradores de turismo sono una catena alberghiera pubblica spagnola i cui hotel sono situati in edifici storici come castelli, monasteri o palazzi, riadattati per l'uso alberghiero.
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| Vista di Toledo dal Parador |
Ci rimangono ancora due giorni da trascorrere a Madrid e li passiamo girovagando. Il barrio de la Latina ha vie di origine medievale con tracciati irregolari, sono spesso strette e sinuose e frequentemente terminano in una piazza. Molte di queste strade erano situate fuori dalle mura che delimitavano la città, in pratica, erano la periferia dell’antica Madrid medievale e fungevano da alloggio per molti commercianti che giungevano in città per vendere le loro merci.
Qui scopriamo una delle Casas da malicia. Divertente la storia di queste case: quando Filippo II trasferì la Corte a Madrid nel 1561, insieme al re arrivarono un elenco infinito di nobili, funzionari, religiosi, in pratica tutta la corte. Poiché non c'era spazio per ospitare tutti, perché Madrid era ancora una piccola città, il re, tramite la Regalía de aposento, decretò che il secondo piano delle case fosse destinato ad accogliere un funzionario del re. Come risposta, la gente del posto cercò dei modi per evitare di adempiere a tale obbligo. Uno di questi consisteva nel costruire le nuove case in modo che la facciata, cioè la parte visibile dalla strada, risultasse a un piano anche se in realtà sul retro, nei giardini interni, erano due.
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| Casa da malicia |
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| Palacio Longoria uno dei pochi edifici modernisti di Madrid |
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| Casa Gallardo altro edificio modernista dichiarato Bene di Interesse Culturale |
Prima di partire ci resta il tempo per visitare il Museo Lázaro Galdiano, in cui questo collezionista ha raccolto più di 12.600 pezzi tra dipinti (tra cui anche Goya e Bosch) sculture, argenti, gioielli, smalti, avorio, tessuti, armi… dal VI secolo a.C. agli inizi del XX secolo. La sua casa è molto bella e la sua collezione, disposta su 4 piani, comprende opere di ogni genere, diciamo che ce n'è per tutti i gusti! Ma a me tutta questa miscellanea non piace molto (le armi le ho saltate a piè pari) e anche i quadri presenti non mi prendono.
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| Casa Museo Lázaro Galdiano |
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| Casa Museo Lázaro Galdiano |
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| Fundación Juan March |
| Organo - Eusebio Sempere |
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| El viento de Balos - Martin Chirino |
Considerazioni
Madrid è una città facile, semplice raggiungerla, facile muoversi, facile comunicare. I taxi sono tanti e si fermano facilmente per strada e i costi sono veramente contenuti.Meglio scappare dalle zone troppo turistiche e scoprire le parti più "madrilene" con i bar "de toda la vida" (quelli che esistono da sempre, che sono tipici madrileni) dove sedersi a bere una cerveza, guardare il mondo che si muove e chiacchierare.
Le tapas non sono così frequenti, è un modo di mangiare più di Barcellona o dei Paesi Baschi con i pinchos. Qui, se si vuole pasteggiare a tapas, si devono proprio cercare, a meno che non si vada al mercato di San Miguel, dove c'è un'ampia scelta ma, come dicevo prima, è super turistico e i posti a sedere sono pochissimi.
Provate il gazpacho e il salmorejo: sono squisiti e freschi, vengono offerti anche come chupitos in piccoli bicchierini a inizio o a fine pasto, è un ottimo modo per provarli e ovviamente il Jamón Serrano o il Pata Negra, che poco hanno a che vedere col nostro prosciutto crudo.
Soggiornate nel barrio Salamanca, è centrale ma tranquillo e tutto è facilmente raggiungibile da qui.
Ci sono bar pasticcerie dove si può anche cenare, mi sento di consigliare perchè provati:
Delphina pochi tavoli, qualcuno anche all'esterno, piatti curati e servizio accurato
Pasteleria Mallorca per colazioni e pranzi veloci
Cristina Oria dove mangiare ma anche acquistare cose per la casa molto carine
La Giralda ristorante andaluso, in cui esiste una Carta de Barra o Carta Terraza con offerta di tapas e piccoli piatti (ma si mangia a la barra, quindi seduti al bancone o su tavolini alti in ingresso) o una Carta Restaurante con piatti più cari e sostanziosi, a ognuno la scelta che preferisce.

























































